Di statistiche, studi e ricerche che testimoniano quanto tempo (e quanto di questo inutilmente) passiamo online ce ne sono tantissime. Il minimalismo digitale propone una soluzione a questo problema. Se hai già letto qualche articolo del mio blog avrai già sentito parlare dello stile di vita minimalista. Uno stile di vita che propone vivere in modo essenziale riducendo al minimo le cose che abbiamo; less is more dicono i minimalisti.
Il minimalismo digitale non è altro che l’applicazione di questo concetto al mondo digitale. I minimalisti tecnologici non rifiutano quest’ultima ma sostengono l’utilizzo razionale degli strumenti e dei mezzi che la compongono compresi (anzi soprattutto) Smartphone e Social Network.
Chi è il padre di questa filosofia?
Chi ha reso famoso il Minimalismo Digitale è senza dubbio Cal Newport. Autore del libro: Digital Minimalism: Choosing a Focused Life in a Noisy World. Newport spiega in modo molto semplice cosa vuol dire essere distratti dal mondo online e propone un semplice piano di 30 giorni (piano analogico) per abbandonare l’utilizzo compulsivo della tecnologia.
Il libro è molto interessante e gli aneddoti raccontati rendono la lettura leggera e scorrevole. Ci sono molti spunti e curiosità, come l’hackeraggio dei mormoni ed esempi sui metodi più curiosi che hanno adottato le persone per ridurre l’utilizzo dei social e abbracciare il minimalismo tecnologico. Leggerlo ti farà sicuramente bene se vuoi avvicinarti a questa filosofia di vita..
Tutto il libro ruota intorno ad un concetto che Cal Newport ribadisce più volte:
“La tecnologia non è né cattiva né buona ma è l’utilizzo che ne facciamo a fare la differenza”
Se hai voglia di provare a vivere da minimalista digitale per un periodo, allora devi sapere che ci sono tante cose che dovresti provare a fare per non sentirti sopraffatto dalla tecnologia.
La soluzione al problema messo in luce da the social dilemma
Documentario del momento che mette in luce gli effetti negativi dei social media nelle nostre vite. Si parla di vera e propria internet addiction. Il documentario è molto sensazionalista e tende a estremizzare dei concetti che ci è addetto ai lavori conosce bene da tanto ma ci sono molti spunti interessanti e che invitano a riflettere.
Ma quello che preoccupa di più è la capacità e le tecniche utilizzate dai mercanti dell’attenzione per mantenere l’utente quanto più tempo possibile collegato alle loro piattaforme. È l’economia dell’attenzione. Più se ne ottiene dagli utenti, maggiore sarà il ricavo in termini di advertising.
Ecco quindi che il minimalismo digitale ci viene in aiuto dando delle contromisure che possiamo applicare per evitare che tutta la nostra attenzione sia «svenduta» ai colossi dell’intrattenimento.
4 consigli da poter applicare subito per approcciare al Minimalismo Digitale
1. Leggere le mail in un momento prestabilito della giornata.
Può sembrare più una tecniche di time management o di produttività. Ma proprio per questo penso che il Minimalismo Digitale sia qualcosa a cui noi Nomadi Digitali dobbiamo assolutamente guardare con interesse. Gestire il tempo non è qualcosa che serve solo a poter lavorare di più. Ma è un approccio da utilizzare nella vita per ridurre al massimo le distrazioni e vivere la realtà.
Molto utile quando si viaggia e lavora allo stesso tempo. Durante questo periodo abbiamo un tempo limitato a disposizione e tantissime cose da fare (lavorare, visitare, conoscere persone nuove, spostarsi, fare escursioni) la mancanza di distrazioni al lavoro è la “conditio sine qua non” del buon Nomade Digitale se vuole riuscire a fare tutte queste cose.

Pensa quante volte in un giorno controlli la tua mail
Se lavori nel Digitale, sarai d’accordo con me che la quantità di mail che arrivano in una giornata è enorme. Per cui è importante stabilire un tempo preciso per la loro lettura. Io utilizzo questi 3 momenti:
- Dopo la colazione
- Prima della pausa pranzo
- A fine giornata
Puoi anche stabilire un solo momento della giornata o più di 3. La sfida è quello di rispettare questa stessa regola. L’autocontrollo è tutto.
2. Disattivare le notifiche dei social
Le notifiche sono una delle invenzioni diaboliche dei social. Hai mai la sensazione di dimenticarti il tuo smartphone per un poco? Se la risposa è no allora dovresti provare a disattivare le notifiche social del tuo smartphone e fammi sapere cosa succede. Oggi va di moda il termine “dark pattern” per indicare tutte quelle pratiche di UX & UI volte ad indurre l’utente a compiere azioni indesiderate. Un esempio palese è la riproduzione automatica che induce l’utente al “binge watching” pratica utilizzata da Netflix e Youtube su tutti.
Un antenato non troppo lontano del dark pattern è senza dubbio la notifica. Io personalmente ho disattivato le notifiche di Facebook almeno da un paio di anni e ho fatto lo stesso anche per Twitter e per le mail meno importanti.
Anche Newport nel suo libro prende ad esempio uno studio condotto da alcuni ricercatori della Washington University che ha individuato quello che può essere chiamato il “default network” che in italiano potremmo tradurre come “rete di impostazione predefinita”. Ovvero il network cerebrale che si attiva quando siamo in una sorta di riposo cosciente. L’argomento non può essere approfondito di certo in questo articolo, ma se ti interessa puoi leggere qualcosa in più su Wikipedia.
La conclusione di Newport è che l’uomo in quanto animale sociale quando è in default network pensa alle situazioni sociali. Oggi tutto questo si tramuta in una sorta di controllo compulsivo dello smartphone e delle notifiche proprio perché attiviamo il default network e abbiamo la necessità di interagire a livello “social” con gli altri.
3. Usare una app che impone il «coprifuoco» dai social
Scaricare un app per limitare l’utilizzo di altre app; suona come un paradosso. Ma è proprio quello che consiglia Newport nel suo libro.
L’autore racconta la storia di uno studente che mentre prepara una tesi sul ruolo dei social media nella nostra società, decide di creare una app che blocca la connessione a internet ad orari prestabiliti della giornata. Oggi questo programma si è evoluto e permette di bloccare una lista personalizzabile di siti web ed app che riteniamo essere una fonte di distrazione. È possibile impostare fasce orarie giornaliere in cui questi blocchi si attivano in automatico. Quindi niente paura! Nessuna restrizione estrema! L’app inventata dallo studente si chiama Freedom ma in giro ne puoi trovare tantissime altre.
4. Attivare il «do not disturb» mentre si lavora
Se la regola precedente non ti è piaciuta perché la ritieni estrema allora puoi benissimo utilizzare questa (adesso non hai scuse). Per aiutarti maggiormente, puoi utilizzare la tecnica del pomodoro. Una tecnica che aiuta a concentrarti attraverso l’impostazione di un timer per un intervallo di tempo in cui si desidera rimanere concentrati. L’intervallo di tempo che si stabilisce è fisso e l’obiettivo è quello di terminare un certo numero di intervalli in una giornata. Ad ogni intervallo puoi concederti una pausa. Il mio consiglio è quello di impostare il telefono sul non disturbare nei momenti in cui attivi il timer.
La tecnica del pomodoro è stata inventata da Francesco Cirillo e puoi scoprire qualcosa di più su questa sul suo blog o comprando il libro.
Come impiegare questo tempo che abbiamo guadagnato?
Newport consiglia di impiegare il tempo in lavori o hobby manuali. Trova nuove passioni e interessi ma puoi anche semplicemente dedicare quel tempo ad aggiustare qualcosa di rotto in casa, curare il tuo giardino o fare sport.
Sembrerà assurdo ma anche in questo caso la tecnologia ti viene in aiuto. Puoi impiegare attivamente il tuo tempo e scegliere consapevolmente a chi «svendere» la tua attenzione. Sto parlando dei podcast. Un tipo di media che nell’ultimo periodo è diventato molto popolare. Utilizza i podcast per ascoltare le notizie più importanti della giornata o per seguire esperti che parlano di argomenti di tuo interesse.
Io uso Spotify e ti consiglio di iniziare ad ascoltare qualche podcast su questa piattaforma. Inizia con l’ascoltare un podcast di attualità ogni mattina. Se lo trovi utile inizierai ad introdurli in altri momenti della tua giornata. Io ascolto ogni mattina «The Essential» che riassume in 5 minuti l’attualità italiana e estera ma la scelta è davvero ampia. Ricorda, l’obiettivo è stare il più lontano possibile dai social, Facebook e Instagram su tutti ma in generale tutti quelli che richiedono la tua attenzione visiva (staccare lo sguardo dallo schermo è di vitale importanza).
Perché si parla di Minimalismo Digitale in un blog come questo?
Lavorando e viaggiando contemporaneamente, il tempo a disposizione da dedicare al lavoro, per un Nomade Digitale, non è tantissimo. Ottimizzare i tempi e ridurre al minimo le distrazioni è fondamentale per chi abbraccia questa filosofia di vita. L’information overload o sovraccarico cognitivo è una delle conseguenze di questa era tecnologica. Saper gestire questo enorme flusso di input esterni determina la differenza tra una giornata produttiva e una giornata passata a controllare mail e social media.
Sposare la filosofia del minimalismo digitale significa poter aumentare la produttività ed essere più presenti nella vita reale. Non deve essere visto come una disconnessione totale dal mondo digitale (come potrei consigliare una cosa del genere in un blog per Digital Nomad?) ma come una disintossicazione digitale o se preferisci un “digital detox”. Un modo di ripensare all’utilizzo della tecnologia dando priorità ai vantaggi e reali benefici che possiamo trarre dal mondo digitale.
Il mio invito è quello di riflettere maggiormente quando stai per usare i social o qualsiasi tecnologia o strumento digitale. Chiediti perché lo fai e che valore aggiunto sta dando alla tua vita. Pensa se domani Facebook dovesse essere a pagamento in base al tempo di utilizzo, anche solo 1 cent al minuto, credi che lo utilizzeresti allo stesso modo? Ma stai tranquillo perché nell’economia dell’attenzione questo non succederà mai. Non è nell’interesse dei big e la citazione che segue ne è la dimostrazione.
When information becomes abundant, attention becomes the scarce resource
Herbert simon